AFFITTI BREVI E DISINTERMEDIAZIONE: COME GUADAGNARE GRAZIE AI PORTALI DI PRENOTAZIONE

Se abbiamo deciso di investire in un immobile a reddito, utilizzando la modalità degli affitti brevi, saremo anche interessati a capire come ottimizzare i guadagni.

Si sente sempre più parlare di “disintermediazione”, ma cosa significa?

Se sei un host o un property manager, è meglio che tu sappia di cosa stiamo parlando, perché potrà aiutarti a lavorare meglio e a guadagnare di più. 

Come? Semplicemente dandoti più controllo.

Non vogliamo assolutamente dire che i portali di prenotazione non funzionino o che ci si debba cancellare, anzi, il contrario, bisogna imparare a “sfruttarli”.

Ci siamo già chiesti in una nostra guida mensile, se effettivamente Booking e AirBnB siano sufficienti per guadagnare con gli affitti brevi, la puoi leggere cliccando a questo LINK.

Se una struttura si trova infatti su uno famoso portale, come Booking o Expedia, anche definiti in gergo tecnico come OTA, sembra incredibile, ma le sue prenotazioni dirette (quindi la capacità di disintermediare) aumentano. 

Questo è il risultato della ricerca effettuata dalla Cornell University, che ha analizzato e definito il fenomeno come “billboard effect” o effetto manifesto.  

Sembrerebbe infatti che la presenza sui siti degli intermediari come appunto  Expedia, Booking e tanti altri, favorisca il numero di prenotazioni sul sito ufficiale della struttura.

Solitamente però, i gestori si concentrano principalmente sulle OTA, sulle commissioni da pagare e sul prezzo proposto, senza pensare alla possibilità di andare oltre, guidando il cliente dai portali al proprio sito.

Essere sulle OTA equivale infatti  a mettere un cartellone pubblicitario; esattamente come accade per qualsiasi altro settore, le persone vedono il nostro annuncio e per acquistare quello che pubblicizza si recano nei negozi di quella marca o sul sito ufficiale del brand. In altre parole, le OTA portano visibilità e aumentano la “brand awareness”, ossia, la sua notorietà.

Ma un bel sito internet non basta, serve una strategia mirata e ben studiata che tenga conto del percorso che fa il nostro cliente quando ricerca una struttura in una determinata zona.

L’utente effettua infatti una prima ricerca generica su Google, per poi trovarsi immediatamente in siti generici di recensioni o comparazione prezzi e inizia a selezionare le struttura più in linea con le sue aspettative.

Poi spesso, quando ha trovato una struttura interessante, la ricerca con il suo nome su Google ed è proprio qui che si gioca la partita, perché se il cliente dovesse trovare facilmente il nostro sito, riuscendo a prenotare facilmente alle condizioni migliori, allora concluderà l’acquisto e noi non pagheremo le commissioni al portale che in questo caso ci ha fatto da semplice pubblicità.

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