COME STA CAMBIANDO IL MERCATO DEGLI AFFITTI BREVI DOPO IL COVID

Come sta cambiando il mercato degli affitti brevi dopo il covid?

 

Il 2021 verrà ricordato come un anno pieno di incertezze, ma anche di opportunità e di cambiamento.

Secondo i dati ISTAT il mondo degli affitti brevi avrebbe un bacino di circa 6,3 milioni di immobili inutilizzati, come seconde case, immobili ereditati ecc..

Gli italiani possono quindi contare su molti immobili da riconvertire in investimento, gestendoli con la modalità dell’affitto breve o medio termine dato che con la pandemia è notevolmente aumentato non solo il fenomeno dello smart working, ma anche la condivisione di appartamenti in luoghi di vacanza dove lavorare anche solo per qualche mese all’anno.

In questo caso, i clienti cercano abitazioni pronte da abitare, con wi-fi adeguato alle loro esigenze e tutto quello che serve per vivere e lavorare senza troppi pensieri.

L’Ufficio Studi di Italianway, primo operatore sul mercato italiano del turismo professionale in appartamento e prima OTA italiana degli affitti brevi, già all’inizio dell’estate 2020, aveva registrato come questo fenomeno, anche denominato holiday working, fosse aumentato: nell’estate 2021 infatti, il portale Italianway ha registrato il 34% delle notti vendute con questo scopo con la richiesta di nuove destinazioni come le Marche, il Molise o l’Abruzzo.

Molti proprietari di immobili di chiedono se convenga affittare i propri immobili per brevi periodi rispetto ai tradizionali contratti 4+4.

Ne abbiamo già parlato in un articolo (puoi leggerlo cliccando a questo LINK).

Secondo Marco Celani AD di Italianway, se a gennaio 2020 c’erano circa 750mila case promosse online su varie, dopo l’estate 2021 questo numero è sceso fino a toccare quota 455mila. Questo significa che molti proprietari hanno optato per l’affitto tradizionale, forse perché non accompagnati da un gestore professionista competente in grado di trovare la formula giusta per la tipologia di immobile.

Ricordiamo infatti che il portale Italianway dal primo gennaio 2021 ad oggi ha raggiunto un turnover di 18,5milioni, il 126% in più rispetto allo stesso periodo 2020 vendendo oltre 121mila notti, con un incremento del 70 per cento.

Leggendo questi numeri è facile intuire come possa ancora valere la pena affittare un immobile per brevi periodi.

Anche Aigab, l’associazione italiana dei gestori professionali di affitti brevi ha analizzato la situazione del mercato: prima del Covid si contavano 700 mila annunci di alloggi italiani sulle piattaforme online di affitto breve e ora siamo scesi sotto il mezzo milione.

Il giro d’affari del settore nel 2019 ha sfiorato i 10 miliardi di euro, ma secondo le stime Aigab, solo 200 mila sono alloggi gestiti da operatori professionali qualificati.

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